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Mi capita spesso di ricevere domande, ma una che torna ciclicamente riguarda i fiori di Bach. Cosa sono i fiori di Bach? Possiamo definirli come: archetipi floreali dei nostri stati d’animo a cui ispirarsi per fare emergere le risorse e le capacità di adattamento innate quando abbiamo bisogno di ritrovare equilibrio emotivo ed armonia.

Si tratta di capacità di agire sugli stati mentali ma anche sul corpo stesso, in modo indiretto: è come se la mente per prima riuscisse a creare le condizioni per “guarire” anche il corpo. 

Come classificare i fiori di Bach

Ora che sai cosa sono i fiori di Bach, proviamo a conoscerli insieme. I fiori di Bach sono classificati in 7 gruppi:

  1. Paura vs padronanza e coraggio
  2. Incertezza vs determinazione
  3. Mancanza di interesse per il presente vs vitalità e consapevolezza
  4. Solitudine vs capacità di relazione
  5. Ipersensibilità alle influenze ed idee vs stabilità emotiva ed equilibrio
  6. Scoraggiamento e determinazione vs fiducia e speranza
  7. Eccessiva preoccupazione per il benessere altrui vs flessibilità ed equa considerazione

Ogni gruppo, come vedi, si differenzia per i diversi stati d’animo, quindi ogni gruppo di fiori riesce ad intervenire su determinate aree tematiche.

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Come li ho usati su di me

Per farti capire meglio di cosa sto parlando ti racconto di me. Io li miscelo da sola, modificando i fiori in base agli stati d’animo che mi accompagnano nelle diverse fasi della mia vita.

Ho avuto un periodo di blocco durante il mio passaggio dalla vita universitaria a quella lavorativa. Ho impiegato davvero tantissimo tempo per riconoscere una dimensione fatta di responsabilità e di salvaguardia delle apparenze (ecco, proprio quest’ultimo elemento per me era inaccettabile).

Per tanto tempo ho continuato a riconoscermi nella Michela 21enne, libera da orari e vincoli di ogni sorta. Per tanto tempo ho vissuto nel passato, rassegnata a non ritrovare una felicità simile a quella vissuta in quegli anni.
Nel frattempo il presente mi passava davanti, senza che io ne cogliessi l’essenza.

Per fortuna le cose sono cambiate, ho scoperto la bellezza anche nel cambiamento e nella trasformazione. Restando fedele a me stessa. In quella fase, il mio gruppo di appartenenza è stato quello della  “mancanza di interesse per il presente” e la virtù opposta che avevo bisogno di risvegliare era la consapevolezza.

Anche il quinto gruppo mi ha rappresentata piuttosto bene per un lungo periodo. Ho sempre fatto fatica a gestire il conflitto: preferivo sorvolare che litigare. In parte per quieto vivere.
In parte perché avevo la convinzione di non possedere gli strumenti dialettici adeguati per “avere la meglio”. Ecco dov’era il problema. Io volevo avere la meglio: avevo già escluso il confronto costruttivo.
Ultimo, ma non meno importante – anzi, forse la causa principale – ero tormentata dal timore di perdere l’affetto della persona che avevo di fronte.

Poi ad un certo punto il click. E’ successo quando è nato Elio.
Di fronte a quello che io vedevo come un torto fatto a mio figlio, ho abbattuto tutti i muri. Se non ero in grado di far valere le mie opinioni, come avrei potuto far valere i suoi diritti di bambino?

Quando è nato mio figlio, sono nata anch’io per la seconda volta. Ho scoperto una nuova me, e tante nuove parti di me che hanno creato quello che sono ma anche la mia attività (pannolinoteca, babywearing).

Cosa mi hanno insegnato i fiori di Bach

Ormai mi guardo allo specchio con consapevolezza, accarezzo i miei punti deboli e cerco di trasformarli in alleati.

  • La diffidenza in fiducia
  • I limiti in opportunità
  • Il pregiudizio in comprensione
  • La paura in audacia
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Quello che nel tempo ho imparato ad apprezzare maggiormente dei fiori è il fatto che non mi lasciano vie di fuga. Quando li scelgo, mi guardo dentro per capire di cosa ho realmente bisogno in quel momento.

Per me non sono una bacchetta magica. Ma una sorta di lente di ingrandimento per scovare le emozioni che mi fanno perdere l’equilibrio e ricercare l’armonia.

Pronta ad iniziare questo viaggio insieme?