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Oltre che uno strumento di trasporto, il babywearing è anche uno strumento di accudimento, in risposta al bisogno di contatto del bambino. Durante i primi 9 mesi di gestazione fuori dal grembo materno, il neonato si trova in condizioni molto simili a quella dei marsupiali e per sopravvivere è totalmente dipendente dai suoi genitori o da chi si prende cura di lui. Quali sono i benefici del babywearing?

“Il prossimo stadio richiede la soppressione di questa pelle comune ed il riconoscimento che ognuno ha la propria pelle ed il proprio Io, un riconoscimento che non avviene senza resistenza e dolore”
(D. Anzieu)

Soddisfazione del bisogno di contatto

Uno dei principali benefici del babywearing è assecondare il bisogno di contatto del bambino, di vitale importanza nei suoi primi mesi di vita. La percezione del respiro e del battito del cuore della mamma lo cullano, facendolo sentire come quando era nell’utero, e ne favoriscono il sonno. Il bambino si sente accolto e contenuto.

La biologia comportamentale ci insegna che il cucciolo d’uomo è un “portato attivo” e si aspetta di ritrovare questa dimensione fin dalla nascita: il corpo dei genitori è la base sicura per le sue prime esperienze plurisensoriali. Attraverso il contatto, il bambino acquisisce le competenze fisiche e sociali che gli permetteranno di diventare autonomo nel suo rapporto con il mondo esterno.

Sollievo in caso di reflusso e coliche

La posizione verticale ed il contatto con il ventre materno sono di grande aiuto nella prevenzione di questo tipo di disturbi, comuni nei primi mesi di vita del bambino.

Quante alle coliche, c’è un grande dibattito intorno al significato di questo termine, da sempre associato al mal di pancia. In realtà, la scienza medica non è mai riuscita a mettere il pianto del bambino in relazione ad un dolore addominale. Ad ingannarci è il fatto che il bambino, quando piange, irrigidisce tutto il corpo e, spingendo anche sulle pareti addominali, emette aria. Il pianto per il bambino è uno strumento di comunicazione: il genitore è chiamato a sintonizzarsi sulla sua lunghezza d’onda, provando ad offrire una risposta in grado di calmarlo.

Il babywearing può essere un ottimo modo per calmare il bambino, cullandolo e offrendogli contatto e calore. Riportandolo alla sua base sicura.

Aiuto durante l’allattamento

Il contatto tra la madre e il suo bambino stimola la produzione dei due ormoni coinvolti nel processo di allattamento, la prolattina e l’ossitocina, favorendone l’avvio.

Riduzione della plagiocefalia

La plagiocefalia è caratterizzata da un appiattimento di una parte del cranio del bambino, dovuto ad un appoggio prolungato di una parte della testa sempre dallo stesso lato.

Il babywearing rappresenta un grande beneficio in questo senso in quanto il bambino non è mai in posizione supina e il genitore può variare la posizione della testa quando è portato in un supporto.

Avere le mani libere

Il babywearing permette ai genitori di avere le mani libere per dedicarsi ad altre attività senza rinunciare a tenere accanto il proprio bambino: stendere i panni,portare le buste della spesa o prendersi cura di sè stessi e/o di un eventuale altro figlio/a.

Uscire di casa senza ingombri

Un altro grande beneficio del babywearing è quello di poter uscire di casa senza l’ingombro del passeggino che, spesso, diventa un limite per prendere i mezzi pubblici, salire e scendere dal marciapiede, salire e scendere le scale.