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In quanti modi posso portare il/la miə bambinə e con quali supporti? Vediamo insieme quali sono le posizioni nel babywearing e a quale età, indicativamente, sarebbe meglio utilizzarle.

Pancia contro pancia (o cuore a cuore)

In questa posizione, i bambini appoggiano la parte anteriore del proprio corpo al corpo di chi li porta. E’ una posizione rassicurante: i bimbi ritrovano gli stimoli sensoriali che li hanno accompagnati nella vita in utero, il calore del corpo, il battito del cuore, la voce ed il profumo della mamma e del papà. Una cosa altrettanto importante è la funzione di “filtro” che il corpo del portatore svolge tra i bimbi e gli stimoli esterni. Questa posizione può essere adottata dalla nascita e con tutti i supporti del babywearing, rispettando la posizione fisiologica dei bebè e dando un adeguato sostegno alla testa.

Sul fianco

Il fianco è una posizione che, nel babywearing, viene utilizzata quando i bambini iniziano a volersi guardare intorno. L’età indicativa è intorno ai 3 mesi o quando i bimbi riescono a reggere la testa autonomamente. Non è una posizione consigliabile per lunghe passeggiate perchè il peso non viene scaricato simmetricamente e grava solo su una spalla del portatore. I supporti più utilizzati sono la fascia tessuta (rigida), la fascia ad anelli (ring) e il mei tai.

Sulla schiena

Per quanto riguarda questa posizione, occorre fare una distinzione tra supporti ed età dei bambini.

Fascia tessuta (rigida): tecnicamente con questo supporto, è possibile portare sulla schiena anche bimbi molto piccoli, perchè permette una regolazione del tessuto “al millimetro” sul corpo di portato e portatore, soprattutto nella zona cervicale dei bambini.

Marsupio o mei tai: questi supporti possono essere utilizzati a partire dai 5/6 mesi di età dei bambini per portare sulla schiena. Per due motivi fondamentali:

  1. non possono essere regolati millimetricamente come una fascia e non garantiscono un adeguato sostegno del capo in questa posizione;
  2. con la fascia è possibile posizionare i bambini più in alto, garantendo loro una maggiore visuale. I supporti più strutturati non lo permettono e, spesso, nel tentativo di offrire un panorama diverso dalla schiena di mamma e papà (o chi per loro), i portatori tendono a stringere il più possibile gli spallacci – costringendo i bambini in una posizione scomoda – oppure a posizionare il fascione sotto il seno e non sulle creste iliache, con il rischio di sollecitare eccessivamente il pavimento pelvico.

Andando oltre la parte puramente tecnica, il passaggio sulla schiena avviene quando mamma/papà e bambinə si sentono pronti e non è affatto un passaggio obbigato. La nostra è una cultura visiva: abbiamo sempre bisogno di vedere se il nostrə bimbə respira, se è serenə, se è svegliə o sta dormendo. E questo lo possiamo fare portandolə davanti o sul fianco. Passare un bimbə sulla schiena significa imparare a sentire con altri sensi, “aguzzare la pelle”. E ognuno di noi ha i suoi tempi per farlo.